#solocosebelle
Oggi i social mi ricordano della pasquetta dello scorso anno.
Di una magata di Ernesto Torregrossa. Di una vittoria con la Salernitana che ha schiuso definitivamente la strada verso la serie A alle rondinelle.
Oggi, un anno fa. Come eravamo felici.
La prima volta allo stadio con le mie bimbe.
“Papà, mi ci porti ancora?”. Neppure era iniziata la partita, e Federica, 9 anni, si era già innamorata del Brescia. Del Rigamonti, dell’essere bresciano.
Una vittoria stupenda, contro un avversario sicuramente non imbattibile.
In una giornata di festa: perché portare a pasquetta le tue bimbe allo stadio nel giorno del gemellaggio con i fratelli granata, è stato bello.
Ti ha riconciliato con la vita e con lo sport.
“Papà, mi ci porti ancora?”. Nemmeno 15 giorni dopo eravamo nuovamente al Rigamonti. Certo è facile essere trascinati dall’entusiasmo, quando le cose vanno bene.
Ma serve a spingerti a credere anche quando vanno male.
Quando sei chiuso in casa, quando il tuo futuro, remoto o prossimo parla di guanti e mascherine, di telecamere termiche per il riconoscimento della temperatura, di distanze collettive, di 4 maggio.
Ma se i ricordi di quando siamo stati felici, e non ci siamo resi conto di quanto potesse essere effimera quella felicità, ti pervadono, allora sì.
Possiamo essere positivi.
Perché ci saranno ancora gol da Fifa20 di Ernesto Torregrossa, vittorie del Brescia da festeggiare, gemellaggi con fratelli da onorare.
E poco importa di polemiche, di scelte che sembrano assurde, di “poteri forti” (ma quanto ci piace utilizzare espressioni del genere?).
La vita tornerà
E sarà una vita “Normale”.
Forza.
“Papà, mi ci porti ancora?”. Appena sarà possibile, serie B, serie A, sicuramente sì.
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