Un anno di Brescia. Stagione 2012/2013

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Un anno di Brescia. Stagione 2012/2013

Vi avevamo promesso questo viaggio estivo nei ricordi del nostro Brescia.
Ed eccoci qua.
Ad inaugurare questa serie di racconti, che a cadenza settimanale ci terranno compagnia in questa estate, c’è un’amica di Odiopiccolo, Roberta Notaristefano, che ci ha raccontato a modo suo una stagione particolare.
2012/2013: qualche groppo in gola di troppo, tanta delusione, e lacrime amare.
Buona Lettura!
Zob0n, aka Alberto Banzola

Trentotto anni nel 2012. Qualche kg in meno e qualche speranza in più rispetto ad oggi. Estate, Temù, la presentazione della squadra, gli amici giornalisti, l’amica a cui confidare l’inizio di una nuova storia. Così, insieme alla mia stagione dell’amore, iniziava anche la stagione del Brescia che avrebbe poi fatto da spartiacque.

E come nelle migliori storie gli ingredienti c’erano tutti: i ritorni (Andrea Caracciolo) gli addii (Omar El Kadouri), gli arrivi (Daniele Corvia) e le rassicuranti conferme (mister Sandro Calori).

Iniziava cosi, fra speranze e perplessità – proprio come le migliori storie d’amore – la stagione del Brescia.
Ma gli ingredienti giusti non sono garanzia di una buona riuscita. Se poi pensiamo che il Brescia non ha mai brillato nel firmamento dei fortunati… Nemmeno l’abbronzatura e il tacco 12 resero più elegante la sconfitta con la cremonese che eliminò il Brescia ai supplementari della coppa Italia.

Le partenze in salita ci son sempre piaciute perché privarsene fin dal primo appuntamento dell’anno?

Se proprio doveva essere una stagione dell’amore possiamo dire il primo inciampo l’avevamo già vissuto.
Smaltita la prima delusione, con speranze ed ambizioni ci si affaccia al campionato proprio come il primo giorno di scuola.

La stagione inizia col pareggio con il Crotone e con la prima e unica e ultima (che detta cosi parrebbero tre) prestazione a tratti indimenticabile di Federico Rosso, difensore argentino rivelatosi poi valevole vicino di posto in tribuna.

La partita e,  a seguire,  la cena con le amiche per rendere più dolciastro un pareggio al sapore di sconfitta ma ancora c’era tempo per recuperare. Nel frattempo la mia storia d’amore continuava pari-pari alla stagione del Brescia quasi fossero legate da chissà quale invisibile filo.Cosi avanti fra colpi di scena e scivoloni, proprio come gli amori ostinati che nonostante le difficoltà non mollano. Che poi gli amori son tutti uguali e son scanditi dal tempo, le ricorrenze e gli anniversari. Arrivò cosi anche il Natale che portò con sè l’appuntamento di S. Stefano a Varese. E allora tutti a Varese! Peccato per quel rinvio di partita causa nebbia… Qualcosa comunque mi lasciò perché quel rinvio: fu l’occasione per generare una delle mie migliori battute. Il mio umorismo “di nicchia” fece sì che la capirono al massimo tre persone… (ecco qual era: “sono come il Varese a Natale: non si gioca!” e pazienza se nemmeno voi l’avete capita).

Sarà pur vero che con me non si gioca, ma durante le feste di fine anno si gioca eccome e uno

dei giochi classici è la tombola: il 30 dicembre il Brescia fa cinquina col Crotone. Apre Salamon, l’ambo di De Maio, la terna di Corvia, la quaterna di Mitrovic (a proposito: che fine ha fatto l’attaccante svedese? Nessuno lo ha mai cercato a “Chi l’ha visto”?) e la cinquina di Picci (la sua esultanza come se avesse segnato il gol decisivo nella finale di Champions League al 90′ resterà negli annali).

Calcio champagne, brindisi di fine anno, sorrisi e speranze per quel che doveva ancora venire. Finiva cosi il girone d’andata che ci vedeva al 10° posto (un po’ pochino). Tempo di mercato: se ne va Salamon al Milan e ritorna Caldirola . Altra ricorrenza da  non trascurare  per gli innamorati e’ San Valentino che dopo due pareggi non faceva proprio venir voglia di attaccare i cuori al soffitto e così passata la festa degli innamorati e quella dei single arriva anche  la sconfitta col Vicenza il 16 febbraio.

Le relazioni nascono con l’innamoramento poi ci si conosce e arriva l’amore ma per arrivarci ci vuole tempo impegno e la voglia di trovare un equilibrio, ingredienti necessari anche per far funzionare una squadra. Trovato tutto questo, le storie (e pure le squadre) non le ferma più nessuno. Avanti dunque.

Il Brescia ingrana a si arriva al mio compleanno (4 maggio) dove fra le 39 rose rosse ricevetti anche una vittoria (3-2) con l’Ascoli. Tutto mi faceva sperare che le cose questa volta sarebbero andate proprio come volevo: rose rosse e vittoria non potevano farmi pensare altro!!!

Tant’è che la vittoria col Varese sentenziava il nostro accesso ai play off.

Facce stravolte e quella frasetta a metà fra lo speranzoso e lo scaramantico : “Non succede ma se succede“… Semifinale contro il Livorno, sì quello che quattro anni prima ci portò via la promozione .

Era tempo di riprendersi la rivincita. Ma come sempre le cose non vanno proprio come ce le eravamo immaginate.Il 22 maggio si gioca al Rigamonti la partita d’andata: finisce 1-1 il  che significa che a Livorno il Brescia dovrà andare a vincere per continuare il suo sogno. Ma il 26 maggio a Livorno il pareggio azzera ogni speranza. Ricordo di aver mandato un unico sms secco e perentorio “si è spento un sogno”, non sapendo ancora che quella notte oltre ad un sogno si sarebbe spenta la vita di un tifoso di ritorno dalla trasferta col pullman.Adesso, se questa fosse una favoletta ci metterei un lieto fine, la sorpresa finale .State pensando all’abito bianco e ai confetti ? Noooooooooo. Forse è un po’ triste, o forse è semplicemente la vita, ma finisce qui la mia storia giocata e persa ai play off proprio come giocò i play off e lì perse il Brescia nella stagione 2012/2013.
Ma il cuore mica smette di battere. Quello continua e in eterno conflitto col cervello: di nuovo ci riprova e la storia si ripete con gli stessi ingredienti anche nel 2015; gli arrivi (Sagramola che spazza via la storia di 25 anni di Gino Corioni), i ritorni (Mister Calori) gli addii (i fratelli Iaconi) e le rassicuranti conferme (come Edoardo Piovani che finchè il Brescia ci sarà, i cambi, anche quelli inspiegabili o considerati sbagliati alla “Calori”, li chiamerà lui) , ma questa è un’altra storia.

 

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