Così… starsene così, a guardare le onde… e i wrum… e i wrang… tutto un ribollire e un blablablare di acqua… più forte quando passano i battelli… tutte ste navi piene di turisti, e di foto e di clap finti digitali… avanti indietro… senza sosta a guardare, immortalare… Malcesine, la rocca di Manerba, le grotte di Catullo… e ciò che ora possiedi consideralo perduto…
Mica da tutti abitare un luogo che altri vengono a fotografare… fortuna per pochi, dico io… passare la vita a Gottolengo, non è certo lo stesso… campi e letame… grosse quantità… manco la gente si cagasse a letto la notte… che forse è pure una fregatura… partorito a Gottolengo, a un anno ti vien voglia di girare il mondo, prendere e andare… e a due, se non ce la fai, già senti stringere il cappio… ma qui?… ad ascoltare i wrum e i wrang, chi te lo fa fare?… meglio starsene coi piedi ammollo, ascoltate me, perdendosi tra gli spicchi di sole che galleggiano nel lago… prima argento… poi gialli arancioni rossi e infine violacei… che quando c’è foschia, al tramonto, manco distingui più che cosa brilla nel cielo… se è il sole che fugge o la luna che sorge…
In campagna o in città sai sempre cosa brilla nel cielo… i palazzi e i campi, precisi geometrici affilati… righe e compassi, insiemi chiusi… non si può vedere oltre, se non c’è confusione… intendiamoci, il blablablare delle onde… nulla di sensato… pettegolezzi da pesce… bolle d’aria… certo non si annega… ma levare l’ancora, prendere e andare?… impossibile… quantomeno impresa per gente petto in fuori… e poi, come tracciare una rotta?… nemmeno si sa cosa brilla nel cielo…
Ma forse divago… meglio certo… divago facile nell’ora blu… c’avevo una ragazza che diceva sempre: “E’ l’ora blu!”… come se non ci stessi dentro io pure… come se potessi perdermela… l’ora blu, intendo… la ragazza quella è andata… lungo elenco… e poi viene il crepuscolo… la luce che si aggrappa al mondo… unghie e denti, serve poco… spacciata spacciata… adieu mon cher… e adesso l’acqua e il cielo son pari pari… stessi colori e sfumature… si fa gara a copiarsi… tutto un sottosopra… un canone inverso… aspettando il turno degli spicchi di luna… quelli solo argento… squame a scomparsa… lucciole un poco metalliche… silenzio notturno… il blablablare si fa più intenso… nuovi racconti… un continuo posarsi… e ti sale come una voglia di pioggia… ma te ne resti lì… pensi niente… un ricordo di lacrime…
Prendere andare… ripeto… impossibile… ma se il lago sprofondasse?… un buco una falla… c’è sempre una perdita da qualche parte… e io risucchiato dentro… closh closh closh… sciacquone cesso gigante… un mulinello da immaginarsi… tutto un girare… poi riemergere su una spiaggia a Tahiti… tra le Isole del Vento… Orana! Orana!… salutare tutti, far finta d’esser di casa… questa sarebbe una signora partenza!… scomparsa in grande stile!… titoli di giornali locali e nazionali!… Ragazzo risucchiato nel nulla. Gli amici: “Era un coglione!”… e magari indietro nel tempo… a bere maitai in spiaggia con Gauguin e la sua sposa bambina… 13 anni legali legali… la morale è questione di emisfero… fanculo arcivescovi e diti puntati… Orana! Orana!… arrivo anch’io!… sicuro sicuro… certo il pericolo missionari… topi squit squit… si infilano dappertutto… a spasso con la natura più intima dell’uomo, quella del boia… colpe e sentenze che ci puoi selciare Roma…
Non vorrei annoiarvi… tenete duro e torniamo ai fatti… le papere… vi ho parlato delle papere?… che questa è anche stagione in cui si schiudono le uova… mamme coi piccoli ordinati in fila… precisi passo passo senza manco un ceffone… la natura mica si ribella… non possiede le parole… noi, invece, non sappiamo più che farcene… intrappolati dentro… meglio il blablablare del lago… ricordi di lacrime, ma nulla di serio… che poi ancora non si capisce cosa brilla nel cielo… questo cinematografo che ci sputa negli occhi spicchi di luce… pettegolezzi da pesce…
Immagine di copertina: Sirmione: spiaggia Giamaica – Foto: Giovanni Pizzocolo
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