Mah, quindi? Dunque? A che punto eravamo rimasti caro Piz? Ah ok, cambio di proprietà. Cambio di allenatore. Lotta per la salvezza. Vittorie epiche (tipo col Vicenza) e sconfitte isteriche (leggasi La Spezia). Stiamo cercando una salvezza disperata, che passi da un colpaccio a Bari dove i nostri tifosi saranno presenti (vista la distanza e la classifica, essere al San Nicola in 2 sarebbe già un’impresa, sento parlare di pullman, pulmini, volo aerei. Chapeau a tutti coloro che ci saranno). Mi sposto un secondo: non voglio parlare di squadra, allenatore e società. Che, devo essere sincero, mi fa piacere stia cercando di alzare un po’ la voce e farsi rispettare dai poteri forti del calcio italiano. Ma torniamo ai ragazzi della curva. Che con cuore e passione hanno seguito una squadra che in questa stagione è stato un autentico paradosso: capace di grandi cose in tempi duri/durissimi, salvo sciogliersi quando le condizioni sono migliorate notevolmente. Il tifoso (in generale) ha avuto veramente una pazienza infinita, ha ingoiato bocconi amarissimi, ha visto penalizzazioni assurde (ringraziamo chi non è stato capace nemmeno in grado di fare il proprio interesse…) ed ora spera, incrocia le dita… Col Catania sabato scorso molti di questi tifosi (la maggioranza oserei dire) non hanno avuto la possibilità di seguire le rondinelle.
Perché? Perché qualche sera prima, a qualche km dallo stadio, un’imboscata ad un pullman di tifosi vicentini ha causato dei danni, con un ragazzino finito in ospedale. Un atto di teppismo, figlio di una rivalità che risale al finire degli anni ’70 e che – per chi l’ha vissuta ai tempi – è stata molto più cruenta e violenta di quella con veronesi, atalantini e via dicendo. Assopita dalla differenza di categoria in cui le squadre hanno militato negli ultimi 2 decenni, è riesplosa dopo la partita dell’andata, quando si mormora che le tifoserie se la fossero giurata. Ho un ricordo da bimbo, di quando mio papà (allora assessore allo sport – ai tempi Brescia aveva un rappresentante per lo sport – non come oggi, con tutto il rispetto – dove abbiamo la delega allo sport del sindaco) ebbe un incontro a Vicenza con il suo omologo, i rappresentanti delle 2 tifoserie e le forze dell’ordine prima di Vicenza-Brescia 1985/6 (se non erro).
Questo per darvi un’idea della cosa ai tempi: quando dentro e fuori gli stadi succedeva un po’ di tutto. Oggi, con tornelli, repressione e quant’altro, quando succede qualcosa, capita sempre più spesso che sia a qualche km dall’impianto di gioco. E se ci avete fatto caso, nonostante daspo e quant’altro, negli ultimi mesi il numero di scontri/incidenti (in generale) è cresciuto notevolmente. Diciamo che il sistema ha delle falle e la repressione è arrivata ad un livello esagerato (827 daspo ai tifosi del Bologna presenti a Frosinone? Ma che dico, scherziamo?).
Non era lì che volevo andare a parare. O forse sì: perché alla fine a Frosinone e a Brescia si è utilizzato il medesimo metro. Ossia? Punire tutti: con una grossa differenza di fondo; a Frosinone le forze dell’ordine non sono riuscite ad individuare gli autori degli incidenti, a Brescia (se non erro), qualcuno è stato beccato. E quindi? Quindi puniamo tutti gli abbonati (che già non hanno sofferto abbastanza) e già che ci siamo proibiamo l’ingresso agli altri settori, visto che questi sono abbonati. Cornuti e mazziati. Perché? Perché non si sono dissociati da quanto successo.
Chi? I tifosi.
Scusa? I tifosi non si sono dissociati.
Ah.
Ed erano tutti lì ad assaltare il pullman? No, no.
Ah, e quindi? E quindi niente. Repressione a prescindere. Perché altre armi non ne abbiamo.
Combattiamo l’idiozia con l’idiozia.
Non è bastato il comunicato stampa della Curva nord Brescia che si è dissociata. Non sono bastate le proteste. È arrivata la ciliegina sulla torta della riapertura della curva dello Stadium della Juve, chiusa per quello che era successo col Toro, mentre a Brescia si chiudeva la curva. Pertanto tirare bombe carta all’interno di uno stadio a tifosi avversari si può. Non è reato.
Ma del resto cosa ci aspettiamo, noi bresciani? Facciamo ricorso urgente per farci togliere un punto di penalizzazione e nemmeno veniamo presi in considerazione, con il campionato che finisce settimana prossima, mica tra sei mesi, ed il presidente di Lega che ci prende per i fondelli “Non faccio figli e figliastri, se mi avessero fatto sapere la cosa privatamente”. Ecco presidente, ha fatto l’ennesima figuraccia: non bisogna farle sapere privatamente le cose. Ma se vuole, guardi, ci faccia avere il suo numero di cellulare e poi ci pensiamo noi a farle sapere privatamente tante cose.
Vabbè, mi rassegno. Del resto se un extraterrestre atterrasse a Brescia e vedesse il Rigamonti, a cosa penserebbe? Che non ci sono le condizioni per giocare in serie B. Non che il resto degli stadi italiani risplenda, sia chiaro: ma noi siamo un caso limite. Da noi il calcio sta lentamente morendo: gli abbiamo permesso di farlo, con buona pace di chi ha la V bianca nel cuore (e siamo ancora tanti). E chi comanda il calcio, scusate la retorica, sta aiutandoci a morire, preferendo piazze “sane” e blasonate, impianti più a norma, tifosi più tranquilli: e poi dicono che l’eutanasia in questo paese non è legalizzata…
#forzabrescia #finoallafine #molamia
Zob0n aka Alberto Banzola
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