Le strisciate

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No, no, calmi. Qui non si parla di cocaina.

Le STRISCIATE, per noi tifosi di piccole squadre di provincia (SOLO BRESCIA), sono le due milanesi e la torinese; il Milan, l’Inter e la Ggiuventus, le classicone, quelle che monopolizzano il tifo in Italia sin dalla culla, quelle che dividono, che impongono, che decidono su tutto e tutti.

Da qualche anno però le strisciate sono a loro volta entrate in una sorta di provincialismo e lento decadimento che rende la rivalità dei loro tifosi sempre più simile a una bega condominiale.

Appena mettono piede fuori dall’Italia vengono prese a schiaffi con regolare continuità; fino a qualche anno fa facevano tremare l’Europa, oggi fan ridere persino i turchi e i portoghesi…

Ormai le chiacchere e le prese in giro tra gli strisciati hanno preso il sapore stantio delle discussioni fra vecchi nel bar del paese tra ricordi di un recente succoso passato e l’abulia di un presente che arriva al massimo alla punta dei piedi delle loro scarpe con la suola rifatta.

Io le tre strisciate, dagli anni ‘90 arrivando ai giorni nostri, le vedo metaforicamente così, la parabola di tre ragazzotti in un immaginario paesotto di provincia quale è ormai purtroppo diventata l’Italia calcistica (e non solo).

IL MILAN:

tifoso del Milan - solo brescia
il Milan anni ‘90/2000 è il figlio del droghiere del paese.

Il figlio, senza arte ne parte, ad un certo punto decide che vuol fare grandi cose ma non ha voglia di seguire le orme del padre, troppo umile e poco redditizio quel lavoro a lui piace il successo ma quello rapido, ben remunerato, scintillante; non ha tempo da perdere e prende la più facile delle scorciatoie.

Comincia a girare con belle macchine, bei vestiti, lampadato, palestrato… paga cene, regali, vacanze nei posti più belli; ci sono ovviamente sospetti sull’origine dei soldi ma le prove mancano e la gente guarda con invidia quel diavolo di uomo. Le fighette del paese naturalmente perdono la testa per lui, se le prende con disinvoltura, se non ne ha una del luogo al suo fianco è perché s’è spostato in città a far conquiste di prestigio e quando ne acchiappa una la porta in paese a farla ammirare a tutti… ne collezionerà molte, di paesane e di cittadine, col fascino e coi soldi sulla cui origine i compaesani continueranno a fare le più astruse congetture dividendosi tra garantisti e giustizialisti.

Dopo aver annunciato di essere l’uomo con più conquiste al mondo, comincerà però a veder calare i soldi,  aumentare gli anni e le rughe, il fisico a sformarsi; le auto non saranno più nuove ma di seconda mano e un po’ ammaccate, le fighette latiteranno; il nostro ricorrerà alla chirurgia estetica,  continuerà ad offrire cene e regalini ma dopo un ultimo colpo di coda con una belloccia del paese non porterà più a casa nemmeno la figlia della bidella… si spingerà ancora in città a provare a rinverdire i fasti di un tempo ma, educatamente, le donne lo inviteranno a tornare a casa non infierendo nemmeno troppo per il rispetto che si deve ad un anziano signore.  Il declino avanzerà irrimediabilmente ma dentro di sè sarà sempre convinto di essere ancora il più figo del Bigoncio ma in verità non se lo cagherà più nessuno.

LA JUVENTUS:

tifoso juve - solo brescia
La Juventus anni ‘90/2000 non può essere che il figlio dell’Avvocato del paese.

Ricco e sposato con la donna più “in” del luogo e quindi già re del territorio natio, dotato di discreto fascino e una non indifferente capacità economica, il rampollo sentirà dentro di se la necessità di spingersi in città per tentare di aggiungere qualche trofeo femminile di pregio alla sua vita paesana sapendo perfettamente che la rendita di posizione conquistata per anni dal padre non poteva ritenersi completa vedendo inoltre il suo vero rivale, quel burino arrivista del figlio del droghiere, mietere vittime a man bassa in paese ed in città.

All’inizio fu un successo, ad uno dei primi tentativi si portò a letto un’olandesina tutto pepe che gli fece credere di poter ripetere in città quella sorta di potentato che aveva già in paese. Purtroppo la presunzione gli giocò un brutto scherzo e di li in avanti furono tranvate cocenti.

La capacità c’era ma sfortunatamente per lui arrivato al punto di concludere la conquista, la sua presunzione lo tradì sempre. Con tre gnocche notevolissime si spinse addirittura sino alla soglia di casa loro ma non finì mai come sperava; una volta prese un due di picche in tedesco visto che la ragazza studiava lingue, con una seconda dopo aver ballato un tango mozzafiato si vide portar via la donna da uno zingaro di passaggio,  la terza gli andò persino peggio visto che riuscendo ad introdursi con lei in casa trovò addirittura li ad aspettarli il figlio del droghiere suo acerrimo rivale che se la trombò li all’istante alla faccia sua.

In paese però continuava ad essere il più riverito e ammirato con moglie splendida e fedele un esempio di rapporto longevo… un’immagine a cui lui teneva moltissimo. Un bel giorno però lei lo beccò in atteggiamenti loschi con una compaesana, gli fece una scenata pubblica e lo lasciò. Lui per salvare le apparenze negò sempre, affermò in ogni dove che il suo rapporto durava ininterrottamente e felicemente da ben 32 anni ma chi sa veramente come andarono le cose parla di due anni di separazione ed uno nel quale il nostro figlio dell’avvocato cadde in depressione uscendone solo grazie all’aiuto di medici e amici compiacenti che gli costarono un occhio della testa per ritornare ad essere il più ammirato di tutto il paese grazie anche ad un evidente trapianto di capelli.

L’ INTERNAZIONALE

L’Internazionale o INTER degli anni ‘90/2000 è il figlio del farmacista.

Lui è l’intellettuale del paese, l’amante del cinema d’essai  e della letteratura, il tormentato, in pratica l’inconcludente.

Le donne gli son sempre piaciute, ha iniziato tentando di conquistarne qualcuna del paesiello ma le sue armi intellettuali risultavano sempre spuntate con le ragazze locali e non se ne fece mai nemmeno una se non per qualche bacio rubato alle festine di compleanno… ma trombare mai.

Si giustificava pensando: queste rozze paesane cosa vuoi che apprezzino un animo nobile e tormentato come il mio, amante del cinema e della letteratura… meglio spostarsi in città, li le ragazze hanno mentalità più aperta, troverò ciò che cerco.

Coi soldi del papà quindi andò a cercare fortuna femminile oltre i confini frustranti del paese ed in effetti, forse per la nomea di Internazionale che si portava appresso, un paio di donne riuscì a portarle a cena… con una fece pure una trombatina ma era una tizia non di primo livello; una seconda volte invece riuscì a portare a cena una figona notevole, passarono una bella serata ma quando ci fu da concludere lei gli disse bellamente che quella sera aveva già prenotata una stanza d’albergo con un suo compaesano, il figlio del droghiere…

Fu un dolore tremendo per il nostro giovane Werther ma lui non si diede per vinto.

Innanzitutto, approfittando della crisi depressiva del figlio dell’avvocato riuscì con impegno e un po’ più di savoir-faire a conquistare qualche ragazza in loco (una si dice però fosse un manichino) con cui ricostruì un pochino la sua immagine nel paese e trovò la forza per ritentare l’avventura in città.

Ingaggiò un personal trainer straniero e quando ormai le speranze di conquistare delle donne di un certo livello sembravano ridotte al lumicino, si presentò in paese con una femmina stupenda… il commento di tutta la gente che li guardava sbigottita fu “ma quella vale per tre…” ed in effetti era una donna magnifica, il massimo immaginabile, un successo per il nostro uomo inaspettato e stordente.
Purtroppo come cantava il poeta “come tutte le più belle cose durò solo una notte…” ed in effetti quella storia si concluse alla velocità della luce nel senso che all’alba quando comparve la luce lei s’era già dissolta e rimaneva solo il ricordo meraviglioso e un senso di vuoto appagamento.

Inebetito da cotanta accecante e fugace bellezza il figlio del farmacista restò imbambolato per anni senza più sfiorar femmina, provò qualche sconclusionato approccio finito subito nel ridicolo ed oggi ha addirittura venduto la farmacia di famiglia a dei non ben identificati asiatici per pagare i debiti ai vari ristoranti, al personal trainer nonché alla gioielleria in cui la dama meravigliosa fece abbondanti acquisti in quel brevissimo lasso di tempo.

Oggi la situazione nel paesino per i nostri tre eroi è piuttosto moscia; il figlio dell’avvocato fa ancora il bellone in paese ma appena mette naso in città ritorna sempre a casa con la coda fra le gambe, girano troppi giovani di bell’aspetto, atletici e poliglotti, lui è evidentemente inadeguato nonostante si dia ancora molte arie sovrastimando la sua importanza in paese.

Gli altri due, l’arrivista tramontato e il tormentato inebetito non si azzardano invece nemmeno più a pensare di andare in città; passano le giornate fuori dal bar “Ippodromo” a ricordare i bei tempi andati e a cercare di far di conto per provare almeno a sbarcare il lunario.

Qualcuno un giorno passando dal bar ha carpito una frase detta da uno all’altro: “oh, lo sai cosa ho saputo? Che in città c’è uno spagnolo che se le sta trombando tutte…”

“Ah sì? eh ma mica è figo come noi…” rispose l’altro.

solo brescia

 

 

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